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![]() La poesia Fratelli d'Italia, messa in musica, fu ai tempi delle guerre
Con la proclamazione della Repubblica (1946)
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- Genova, 1827 - Roma, 1849.
Se una figura umana dovesse simboleggiare con l'aspetto d'una
seducente giovinezza il Risorgimento d'Italia, che pure ebbe
stupendi uomini rappresentativi - Mazzini, Cavour, Garibaldi non
si saprebbe quale innalzare e amare meglio che quella di Goffredo
Mameli, poeta a quindici anni, guerriero a ventuno, avvolto a
ventidue nella morte come nella nuvola luminosa in cui gli antichi
favoleggiavano la scomparsa degli eroi.
La sua poesia è poesia d'amore e di guerra: pensando a guerre
come quelle, i due più alti temi d'ogni poesia, la donna ideale e la
libertà pura. Questo brano è tratto da: I Poeti minori dell'Ottocento a cura di Ettore Janni - BUR 1955
TESTO:
Fratelli d'Italia
Fratelli d'Italia / L'Italia s'è desta / Dell'elmo di Scipio / S'è cinta la testa (1) /
Stringiamoci a coorte (3)/ Siam pronti alla morte, / Siam pronti alla morte (4)/ Italia chiamò
Noi fummo da secoli / Calpesti e derisi, / Perchè non siam popolo, / Perchè siam divisi. /
Raccolgaci un' unica bandiera, / Una speme, /Di fonderci insieme / Già l'ora suonò.
Stringiamoci a coorte...
Uniamoci, uniamoci / L'unione e l'amore / Rivelano ai popoli / Le vie del Signore (5) /
Stringiamoci a coorte...
Dall'Alpe a Sicilia / Dovunque è Legnano (7), / Ogn'uomo di Ferruccio (8)/ Ha il cuore e la mano, /
Stringiamoci a coorte...
Son giunchi, che piegano, / Le spade vendute (11). / Già l'aquila d'Austria (12) / Le penne ha perdute /
Stringiamoci a coorte...
(1) Cioè ha riesumato l'antico valore dei Romani. Va detto che si tratta dell'Africano, non dell'Emiliano
con cui lo confuse Dario Fo in un suo intervento sul Corriere chiamandolo "criminale razzista".
L'Africano era anzi il nonno dei due più famosi "sindacalisti" dell'antichità, Tiberio e Caio Gracco, morti
nel tentativo di far passare le leggi agrarie.
(2) Qui il poeta si riferisce all'uso antico di tagliare le chiome alle schiave per distinguerle dalle donne
libere che portavano invece i capelli lunghi. Dunque la Vittoria deve porgere la chiome perché le venga
tagliata quale schiava di Roma sempre vittoriosa.
(3) La coorte, cohors, era un'unità da combattimento dell'esercito romano, decima parte di una legione;
nulla a che vedere con la corte.
(4) Qui a tutti tremano le vene dei polsi, altri fanno scongiuri, ma vale la pena ricordare che l'autore fu
coerente con le sue parole.
(5) A dire la verità si potrebbe intravedere in questi versi un sentimento democristiano ante litteram, ma è
nota la religiosità di Mazzini, spesso deriso per questo da Marx con il nomignolo di Teopompo.
(6) "Per Dio" va inteso come un'interiezione (perbacco!) o come invito a un'unione sacra? Più verosimile
la prima lettura.
(7) Ossia la battaglia in cui i comuni italiani uniti in lega e guidati da Alberto da Giussano batterono il
Barbarossa. E qui va detto che Bossi ha toppato scegliendo un eroe che combatte contro i tedeschi, alleato
con il Papa di Roma e non viceversa. Ma si sa che la storia non è il suo forte.
(8) Francesco Ferrucci che guidò i Fiorentini contro Carlo VIII di Francia e che a Maramaldo, rinnegato e
traditore, gridava: "Vile, tu uccidi un uomo morto!".
(9) Attenzione! Qui di fascisti non c'entrano. "Balilla" è il soprannome di Gianbattista Perasso, il ragazzo
genovese che con il lancio di una pietra diede inizio alla rivolta di Genova contro gli austriaci nel 1746.
(10) Si tratta dei Vespri siciliani, rivolta (1282) degli isolani contro i francesi, che poi per stanarli gli
facevano vedere dei ceci e gli chiedevano: cosa sono questi? E loro, non sapendo pronunciare la "c" dolce,
dicevano "sesi", e i siciliani giù botte!
(11) Le truppe mercenarie di occupazione.
(12) L'aquila bicipite, simbolo degli Asburgo.
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